Medico dipendente di Az. Ospedaliera e attività intramoenia: reato di peculato per appropriazione degli onorari dei pazienti
CORTE DI CASSAZIONE PENALE sezione VI Sentenza 4 settembre 2015, n. 35988
La Suprema Corte annulla la sentenza di condanna per il delitto di peculato ascritto a medico chirurgo, alle dipendenze dell’Azienda ospedaliera, per essersi appropriato delle somme erogate dai pazienti da lui visitati nell’esercizio dell’attività professionale svolta intramoenia: somme che egli riscuoteva senza rilasciare ricevuta e che, almeno pro quota, erano di spettanza dell’amministrazione ospedaliera.
La sentenza impugnata, pur avendo fatto espressamente riferimento ad una situazione di “illecita” percezione di somme in contanti e ad una attività svolta contra legem, “al di fuori delle regole prescritte per l’attività professionale intramoenia”, non ha chiarito adeguatamente le implicazioni del tema centrale delle obiezioni difensive, spiegando con il necessario rigore logico-argomentativo se vi fosse nell’arco temporale oggetto dell’imputazione ed alla luce della normativa che regola lo svolgimento della libera professione intramuraria, un titolo di legittimazione in base al quale il ricorrente, operando all’interno di una struttura ospedaliera pubblica, procedeva alla riscossione di somme di denaro direttamente corrisposte da pazienti che a lui in vario modo si rivolgevano per l’effettuazione di prestazioni professionali.